L’endometriosi è un’anomalia delle cellule endometriali (le cellule normalmente presenti nella cavità uterina) che presenta aspetti ancora misconosciuti, per via della complessità della patologia e delle difficoltà diagnostiche.
L’endometriosi presenta inoltre difficoltà e percorsi differenziati dal punto di vista terapeutico, dato che i diversi stadi della malattia e la diversa tipologia delle pazienti che ne sono affette, richiedono approcci e trattamenti diversificati.
Approfondiamo l’argomento con la dottoressa Elena Zannoni, Responsabile di chirurgia conservativa ed endoscopica e specialista di Humanitas Fertility Center.
Endometriosi: un’infiammazione cronica benigna
L’endometriosi può essere definita come un’infiammazione cronica benigna degli organi genitali femminili e del peritoneo pelvico, causata dalla presenza anomala, in questi organi, di cellule endometriali che, in condizioni normali, si trovano solo all’interno dell’utero. Nell’endometriosi, quindi, il tessuto endometriale va a posizionarsi in sedi diverse da quella fisiologica. È una patologia molto frequente nella popolazione generale e si calcola che possa interessare il 10-20% delle donne in età fertile. Colpisce infatti prevalentemente donne tra i 25 e i 35 anni ed è praticamente assente nell’età pre-puberale e post-menopausale. Benché nel nostro paese siano affette da endometriosi tre milioni di donne circa, la diagnosi è nel 30-40% dei casi accidentale e avviene durante controlli ginecologici di routine o controlli specialistici eseguiti per altre patologie.
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